Dott.ssa Stefania Passaquindici

Bulimia

Dott.ssa Stefania Passaquindici

Le pazienti con bulimia nervosa vengono distinte dalle anoressiche sulla base di un peso relativamente normale ma con la presenza di abbuffate.

L'anoressia e la bulimia hanno in comune la rigida autodisciplina.

Il 40-50% delle anoressiche sono anche bulimiche.

I genitori si rapportano alle loro figlie come se queste fossero un'estensione di se stessi, cioè tendono a investire nei loro figli tutte le aspettative per una vita da loro desiderata ma non ottenuta, questo iperinvestimento costituisce per le future bulimiche un carico di responsabilità troppo grossa, che non riescono a sostenere, se non vomitando (letteralmente) questo peso che si portano addosso.

La bulimica tende ad avere successo nella professione, ma dietro questa facciata nasconde scarsa autostima e sentimenti di dipendenza che la portano all'orgia alimentare e allo svuotamento dello stomaco.

Solo nel privato può lasciarsi andare edabbandonare l'apparenza della perfezione.

Il 25% delle bambine che hanno subito abusi sessuali presenta da grande disturbi del comportamento alimentare.

La bulimia nervosa, a causa dell'uso di purganti e del vomito, può provocare in alcuni rari casi arresti cardiaci.

Per un genitore è importante, oltre che intervenire, prevenire la malattia.

E` possibile che un genitore tenda a sostituirsi al figlio nelle scelte individuali e a imporre, senza volerlo, le proprie idee.

L'adolescenza è il periodo più difficile nella costruzione della personalità di un individuo.

La base di un buon rapporto tra genitori e figli è sicuramente la comunicazione. Il ragazzo può imparare tanto dalle esperienze degli adulti ma ha soprattutto bisogno di essere ascoltato, compreso, sostenuto nelle sue scelte, lodato per i suoi meriti, non colpevolizzato per i suoi errori e non giudicato ad ogni passo.

Molte volte i ragazzi mandano dei segnali anche impercettibili, ma rappresentativi di un disagio (silenzi troppo frequenti, sguardi tristi, frasi come: "E` inutile che ci provo tanto non andrà bene"). E` importante cogliere tutte le occasioni in cui sembra che vogliano chiederci qualcosa, senza rimandare ad un altro momento: potrebbe essere troppo tardi; dobbiamo rispettare i loro tempi. Impariamo a conoscere i nostri figli, ma soprattutto ad ascoltarli e non trascurare i loro segnali. Molti genitori pensano di conoscere i loro figli perchè li guardano con i propri occhi ma per essere genitori "attenti" bisogna allenarsi a guardarli con i loro occhi

Attraverso un sano dialogo facciamo in modo che i nostri figli non temano il nostro giudizio e si sentano liberi di chiedere. Impariamo ad ascoltare senza giudicare, a udire e capire cosa ci viene detto "tra le righe".

Non è facile, soprattutto durante l'adolescenza, ammettere che si ha bisogno di aiuto e non è facile per un genitore capire che il proprio figlio ha bisogno di aiuto, se non lo si "ascolta" davvero.


Per richiedere un appuntamento per una consulenza relativa a un disturbo del comportamento alimentare, puoi inviare una mail a: info@psicobiettivo.it

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